Quando si parla di Iliad, il pensiero corre subito alla telefonia mobile, alle offerte trasparenti e a un modo diretto di comunicare con gli utenti. Eppure, negli ultimi giorni, qualcosa è cambiato. L’azienda ha deciso di affacciarsi su un terreno completamente diverso, spiazzando sia i clienti sia gli addetti ai lavori. Una scelta che, a prima vista, può sembrare un vero e proprio abbandono del settore storico, ma che in realtà racconta molto di più sulla direzione intrapresa dal brand.
Dietro questa mossa non c’è un semplice esperimento né una diversificazione casuale. Iliad ha deciso di portare la propria filosofia in un ambito quotidiano e universale, capace di unire le persone in modo naturale. Un’idea che nasce lontano dalle logiche tradizionali delle Telco e che si distingue nettamente dalle scelte dei competitor.
Dalla telefonia al food: cosa sta facendo davvero Iliad
A differenza di altre aziende del settore che hanno investito in assicurazioni o nel mercato dell’energia, Iliad ha scelto di entrare nel mondo del food. Lo ha fatto presentando, a sorpresa il 4 dicembre a Milano, la prima guida gastronomica realizzata da un operatore telefonico. Il progetto si chiama “Piatti Chiari” ed è stato definito dall’amministratore delegato Benedetto Levi come un primato assoluto: la prima Telco al mondo a intraprendere questa strada.
L’idea nasce da Michele Rillo, Chief of Staff and External Affairs Director di Iliad, come progetto editoriale e di community. Al centro c’è lo stesso principio che ha reso riconoscibile l’operatore: trasparenza, chiarezza e assenza di giri di parole. Applicati, questa volta, non alle tariffe telefoniche ma all’esperienza di mangiare fuori.
La guida raccoglie oltre 1.000 locali selezionati in tutta Italia, tra ristoranti, trattorie, bar e pasticcerie. Alla scelta hanno contribuito sia i dipendenti di Iliad, che ogni giorno attraversano il Paese lavorando sulla rete, sia il partner “Passione Gourmet”. Il risultato è una mappa gastronomica che punta su qualità e prezzi corretti, con uno scontrino medio di circa 35 euro.

All’interno della selezione trovano spazio anche realtà dove la ristorazione diventa strumento di inclusione. E’ il caso di PizzAut a Monza, prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico, e de Il Tortellante a Modena, progetto voluto dallo chef Massimo Bottura, che offre percorsi di formazione a ragazzi con disabilità. Sempre a Modena c’è Roots, locale che promuove l’emancipazione di donne provenienti da tutto il mondo.
Benedetto Levi ha spiegato il senso dell’iniziativa con parole semplici: tutti, prima o poi, abbiamo fame. Da qui nasce una guida che parla di Iliad attraverso un gesto quotidiano come sedersi a tavola, raccontando luoghi dove la trasparenza non è solo un valore dichiarato, ma qualcosa che si vive e si gusta davvero. Una scelta che non segna un addio alla telefonia, ma un’estensione coerente della sua identità.